Un Manuale di diritto canonico che accompagna il lettore
Se un profano si chiedesse il motivo che spinge a studiare il diritto canonico in un momento storico in cui sembra che la religione abbia un peso minore nella società secolarizzata occidentale, una possibile risposta sarebbe quella di invitarlo a sfogliare le pagine del nuovo Manuale di diritto canonico, curato dalla Prof.ssa Maria d’Arienzo per i tipi Giappichelli.
Più che di una riedizione, si tratta di una prosecuzione nello spirito e nelle intuizioni del Manuale – la cui ultima versione risale al 2016 – di uno dei maestri indiscussi della disciplina, il Prof. Mario Tedeschi. L’opera è una polifonia sapientemente orchestrata, che ha visto il contributo, oltre che della curatrice, dei Proff. Patrick Valdrini, Fabio Balsamo e Paolo Palumbo.
Le prime sensazioni che si percepiscono sono quelle della completezza, del rigore scientifico e della “prossimità”: nulla è dato per scontato o presupposto; anzi, il lettore è accompagnato lungo i capitoli iniziali a fare proprie le nozioni preliminari, ossia i concetti di Chiesa, norma, potestà e ordinamento, ad impratichirsi con il sistema delle fonti nel suo sviluppo storico e nell’attualità, e a scoprire la centralità della persona nel diritto.
Successivamente, si entra nel vivo dell’esposizione con l’approfondimento della costituzione gerarchica della Chiesa, del munus docendi, dell’amministrazione dei beni temporali e del diritto penale canonico. Secondo la sistematica tradizionale, gli ultimi due capitoli sono dedicati rispettivamente al matrimonio e al processo, con un focus sulla dichiarazione di nullità.
Gli spunti metodologici
Tra i punti di forza dell’opera si apprezza, soprattutto, la chiarezza, che è resa manifesta fin dalle prime battute: il diritto della Chiesa è presentato quale ordinamento confessionale, dotato di propria giuridicità intrinseca e caratterizzato da una specificità finalistica, che è quella dell’accompagnamento del Popolo di Dio verso la salvezza eterna (pp. 1-3).
Alla chiarezza si aggiunge il metodo interdisciplinare e comparativo, che consente di porre in dialogo la scienza teologica, la teoria dell’istituzionalismo e del pluralismo ordinamentale di matrice romaniana e l’attenzione alla realtà che supera i confini della cultura occidentale.
In altre parole, sebbene l’esperienza del diritto canonico si comprenda primariamente alla luce della missione universale di annuncio del Regno di Dio, le argomentazioni sulla giuridicità delle norme prodotte dalla Chiesa non si limitano a delineare un quadro intraconfessionale, ma aprono gli orizzonti al dialogo con le altre religioni, specialmente l’ebraica e la musulmana, che hanno prodotto, in modi differenti, sistemi normativi complessi (pp. 10-11).
Anche la scelta delle parti da analizzare è meritevole di considerazione: la curatrice ha privilegiato ciò che è di più stretta connessione con gli studi giuridici nelle università civili; non è un caso che l’amministrazione dei beni temporali (cap. VII) e il diritto penale (cap. VII) e matrimoniale (cap. IX) abbiano un peso rilevante nell’economia del volume.
Sono, infatti, i settori nevralgici che hanno subito articolate riforme durante il pontificato di Papa Francesco e sono diventati un banco di prova anche per il giurista civilista, chiamato a risolvere controversie che intercettano in varia misura il diritto della Chiesa.
Segno che vale ancora oggi – almeno nella parte meno critica per i cultori dell’ordinamento della Chiesa – la massima legista sine canonibus parum valet, canonista sine legibus nihil.
I piani di lettura
Convincente ed interessante è la costante dialettica tra universale e particolare, tra astratto e concreto, tra teoria fondamentale e applicazioni pratiche, come si nota dalla lettura del capitolo V, redatto dal Prof. Valdrini, sulla costituzione gerarchica della Chiesa, nel quale si fondono le principali acquisizioni del Concilio Ecumenico Vaticano II sul primato e la collegialità episcopale, i principi impressi da Papa Francesco nell’ambito della riforma della Curia Romana, le norme di dettaglio delle singole istituzioni.
Lo stesso può dirsi per il capitolo VIII sul diritto penale canonico, a firma della Prof.ssa d’Arienzo, che presenta autorevolmente e con taglio diacronico la portata della Cost. Ap. Pascite gregem Dei del 2021 sull’assetto consolidato delle disposizioni sui delitti e sulle sanzioni previsto nel CIC83. In questo modo, lo studente è guidato a vedere in modo sinottico la cura pastorale che si manifesta come sollievo per le vittime e riprensione per i colpevoli, nella prospettiva della conversione e del ristabilimento della giustizia violata.
Di interesse è, altresì, l’esposizione della disciplina processualistica (cap. X, scritto dal Prof. Palumbo), nella quale si scandaglia il delicato intreccio tra giurisdizione ecclesiastica, ricerca della verità, tutela dei fedeli. Notevole è lo sforzo di trasmettere le cognizioni fondamentali che precedono logicamente il tema classico della dichiarazione di nullità matrimoniale e si applicano alle altre controversie, come l’organizzazione dei tribunali o la descrizione dei compiti di chi opera nella giustizia ecclesiastica.
Quanto al diritto matrimoniale, esposto dal Dott. Balsamo, non si può non menzionare la precisione e la cristallina coerenza nel dar conto dell’assetto fondamentale di un istituto che, nella società secolarizzata, tende ad allontanarsi dal modello proposto dal cattolicesimo come intimamente radicato nella coscienza della persona.
Visione d’insieme e approfondimento bibliografico
Nei manuali vi è spesso la tendenza a semplificare eccessivamente gli argomenti, con il rischio di dare conto di una visione parziale, o peggio unilaterale, dei fenomeni.
Questo è accuratamente evitato nel Manuale curato dalla Prof.ssa d’Arienzo, la quale ha magistralmente unito presente e passato, tradizione giuridica e sapere critico, arte della descrizione della complessità e originalità nell’individuazione delle soluzioni.
Uno degli strumenti con cui è raggiunto pienamente questo risultato è l’amplissimo apparato bibliografico, posto in chiusura di ogni capitolo, con il quale si dà voce alla dottrina pertinente, raggruppata per macroargomenti e selezionata con cura, tale da consentire allo studioso di orientarsi e costruire il proprio percorso e la propria visione sui problemi.
In conclusione, il Manuale della Prof.ssa d’Arienzo è un’opera preziosa, che condurrà le prossime generazioni di giuristi a una conoscenza piena e consapevole della ricchezza del patrimonio canonistico, che ancora oggi interroga il credente e il non credente sul senso ultimo della giustizia.
“Cum caritate animato et iustitia ordinato, ius vivit!”
(S. Giovanni Paolo II)
©RIPRODUZIONE RISERVATA