Prof. Sabbarese: tutela dei minori, per una cultura di prevenzione, d’ascolto e di trasparenza

Sabbarese
Foto ©Vatican News

Aggiornate le linee guida per la tutela dei minori e degli adulti vulnerabili della CEI

 

Il 18 novembre 2023, Papa Francesco ricevendo in udienza i partecipanti al I incontro nazionale dei Servizi e dei Centri di ascolto territoriali per la tutela dei minori e dei più vulnerabili promosso dalla Conferenza Episcopale Italiana ha affidato tre verbi per trarre orientamento per ogni iniziativa capace di promuovere una cultura di tutela per i minori e i più vulnerabili e che coinvolga tutto il popolo di Dio.

Tre verbi per orientarsi

Il primo verbo è stato “Custodire” che significa, ha ricordato il Papa, “orientare il proprio cuore, il proprio sguardo e il proprio operato a favore dei più piccoli e indifesi. È un percorso che richiede un rinnovamento interiore e comunitario, nella giustizia e nella verità”. Il secondo verbo è stato “Ascoltare”, ribadendo che “Per custodire occorre saper ascoltare, mettendo da parte ogni forma di protagonismo e interesse personale. L’ascolto è movimento del cuore ed è anche un’opzione fondamentale per mettere al centro di ogni nostra azione chi ha sofferto o sta soffrendo e chi è più fragile e vulnerabile (…). Siamo chiamati a una reazione morale, a promuovere e a testimoniare la vicinanza verso coloro che sono stati feriti da un abuso. Saper ascoltare è prendersi cura delle vittime.

Infine ricordando il terzo verbo “Curare” Papa Francesco ha ribadito come “solo percorrendo la strada del custodire e dell’ascoltare è possibile curare (…). La “cura” delle ferite è anche opera di giustizia. Proprio per questo è importante perseguire coloro che commettono tali crimini, ancor più se in contesti ecclesiali. E loro stessi hanno il dovere morale di una profonda conversione personale, che conduca al riconoscimento della propria infedeltà vocazionale, alla ripresa della vita spirituale e all’umile richiesta di perdono alle vittime per le proprie azioni”. 

L’aggiornamento delle linee guida, la parola all’esperto

A seguito di questo significativo incontro ed in modo particolare dei recenti interventi normativi, facendo riferimento in particolare all’ultima versione delle Normae de delictis Congregationi pro Doctrina Fidei reservatis (7 dicembre 2021) e di Vos estis lux mundi (25 marzo 2023), la CEI ha ritenuto opportuno aggiornare le Linee Guida del 2019, le quali pur rimanendo inalterate nell’impianto generale, di cui persiste la sostanziale validità, sono state adeguate alle intercorse revisioni.

Per capire meglio questo aggiornamento e lo stato attuale della delicata materia della tutela dei minori abbiamo rivolto qualche domanda al Professore Luigi Sabbarese, insigne canonista, procuratore generale della Congregazione Scalabriniana, consultore presso i Dicasteri per l’Evangelizzazione, per le Chiese Orientali e per gli Istituti di Vita Consacrata, referendario del Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica, membro del Servizio Nazionale per la Tutela dei minori della CEI, referente per la tutela dei minori presso il Vaticano, nonché vicario giudiziale del Tribunale Ecclesiastico della Città del Vaticano. Ringraziamo il prof. Sabbarese per il tempo che ci ha dedicato.

Prof. Sabbarese, dopo il summit mondiale sulla tutela dei minori voluto da papa Francesco nel febbraio 2019 c’è stata una ricaduta nel contesto italiano? Quale è stata la risposta della Chiesa per la tutela dei minori e delle persone vulnerabili?

L’incontro mondiale celebrato in Vaticano dal 21 al 24 febbraio 2019 ha manifestato il volto di una Chiesa proattiva e non semplicemente reattiva. La Chiesa italiana, che in quel periodo stava preparando le Linee guida pubblicate il 24 giugno 2019, aveva già iniziato un percorso di rinnovamento, preannunciando in qualche modo quelle esigenze di trasparenza, di responsabilità e di disponibilità all’ascolto, alla prevenzione e all’accompagnamento che furono al centro dell’incontro con i presidenti delle conferenze episcopali. Insomma da quell’incontro è nata una politica più chiara che la Chiesa deve prendere iniziative di denuncia e di intervento, quindi una politica di “attacco” e non di difesa.

Professore, dopo circa quattro anni dalla pubblicazione delle linee guida CEI per la tutela dei minori e degli adulti vulnerabili a novembre 2023 è stato pubblicato un aggiornamento, quali le differenze o novità rispetto al precedente testo?

Le novità sono sostanzialmente normative e riguardano i delitti più gravi contro il sesto precetto del decalogo con minori o equiparati, e riservati al Dicastero per la dottrina della fede, aggiornati ultimamente l’11 ottobre 2021; il nuovo m.p. Vos estis lux mundi aggiornato e promulgato il 25 marzo 2023 e le disposizioni del nuovo Libro VI del Codice latino, in vigore dall’8 dicembre 2021, dove si introduce il delitto del chierico che costringe a porre o a subire atti sessuali posti con violenza, minaccia o abuso di autorità; il delitto poi di reclutare o indurre minori o equiparati a mostrarsi in atti pornografici o a partecipare a esibizioni pornografiche reali o simulate; e l’estensione di tali delitti ai membri degli istituti di vita consacrata e delle società di vita apostolica come pure a tutti i fedeli che godono una dignità o che svolgono un ufficio o una funzione nella Chiesa.

In concreto le linee guida sono state aggiornate nella parte che riguarda la trattazione delle segnalazioni di presunti abusi sessuali e le procedure canoniche in caso di abuso sessuale commesso da parte di chierici nei confronti di minori. In futuro si dovrebbe provvedere ad un aggiornamento più complessivo e impegnativo che potrebbe abbracciare il fenomeno degli abusi non solo sessuali ma anche quelli che riguardano l’abuso d’ufficio, di autorità, l’abuso spirituale e di coscienza, con l’elaborazione di specifiche procedure canoniche.

Prof. Sabbarese dalle Linee guida sulla Tutela dei minori della CEI, cosa è stato fatto nelle Diocesi italiane?

Per avere un quadro del percorso della Chiesa in Italia dal 2019 ad oggi è utile tener presente quanto è confluito nel primo e nel secondo report (che è divenuta seconda rilevazione) sulla rete territoriale per la tutela dei minori e degli adulti vulnerabili, rispettivamente pubblicati nel mese di novembre 2022 e 2023 per mandato della CEI. 

Da questi report emerge che sono stati istituiti referenti in quasi tutte le diocesi italiane, le quali hanno in buona parte attivato centri di ascolto diocesani e interdiocesani, con protocolli specifici di segnalazione, denuncia o anche solo con richieste di informazioni o consulenze specialistiche. Dalla rilevazione emerge che vi è un progressivo radicamento nel territorio delle strutture di prevenzione e di tutela dei minori: i servizi si stanno consolidando, crescono gli incontri per numero e partecipanti, si stabilizzano le equipe di esperti, si organizzano sempre più incontri di formazione per quanto operano a vario titolo negli ambienti ecclesiali. Naturalmente ciò varia da diocesi a diocesi e da regione a regione, ma sostanzialmente si conferma una crescente sensibilizzazione sul fenomeno e una maggiore consapevolezza sull’ascolto delle segnalazioni. Molto resta ancora da fare a livello intraecclesiale e nelle collaborazioni con la società civile.

Professore, il 29 dicembre del 2022 è stato nominato referente per la tutela dei minori presso il Vaticano, come ha sviluppato il cammino di lavoro dalla sua nomina? In cosa consiste concretamente il suo nuovo incarico/ministero?

Nelle linee guida per la protezione dei minori e delle persone vulnerabili per il Vicariato della Città del Vaticano, che il Santo Padre ha emanato nel marzo del 2019, sono indicati alcuni elementi generali. Al referente ha affidato, per esempio, il compito di coordinare attività di prevenzione e di formazione affinché gli operatori pastorali del vicariato abbiano la capacità di comportarsi nei confronti di segnalazioni o denunce che riguardano minori o adulti vulnerabili. Poi, il referente si dovrebbe poter avvalere anche del supporto professionale del Servizio di Accompagnamento, che è gestito dalla Direzione Sanità ed Igiene del Governatorato, e dell’Ufficio del Lavoro della Sede Apostolica.

Ho cercato di approcciarmi in modo più diretto alle realtà pastorali che sono presenti nel vicariato: mi sono fatto conoscere dai parroci, quello di San Pietro e di Sant’Anna, perché sono loro i primi operatori pastorali della Città del Vaticano. Di concerto con il Cardinal Gambetti, vicario del papa nella Città del Vaticano, abbiamo convocato per la prima volta gli assistenti spirituali per un incontro di conoscenza e di ascolto al fine di sviluppare un percorso che faccia leva sulla cultura della prevenzione e della tutela. Si è trattato di un momento di ascolto molto interessante, dove è emerso che già diversi assistenti, specie nelle attività che coinvolgono minori, hanno adottato protocolli e buone prassi che dovranno essere sempre più condivisi. E’ anche emersa l’esigenza di avere incontri di formazione specifica sul fenomeno degli abusi.

Prof. Sabbarese può dirci, brevemente, in cosa consistono la responsabilità e competenze dei Vescovi e dei Superiori Maggiori degli IVCSVA nella tutela dei minori e nel perseguimento degli abusi sessuali commessi da chierici e/o religiosi?

Per quanto riguarda la tutela è necessario insistere su una chiara politica di prevenzione che ponga al centro le responsabilità dei Superiori, che elabori protocolli di prevenzione, di protezione, di verifica, che predisponga specifici itinerari formativi nei seminari e nelle case di formazione, che abbia il coraggio di attuare sempre una politica dell’intervento.

Per quanto attiene al perseguimento il Superiore, in qualità di Ordinario, deve attuare l’indagine previa, deve segnalare al Dicastero per la dottrina della fede i risultati dell’indagine, e deve seguire le indicazioni che il Dicastero dà di volta in volta.

Di per sé le competenze sono già esplicitate nella legislazione canonica in materia. Per aiutare i Superiori è utile seguire le indicazioni del Vademcum su alcuni punti di procedura nel trattamento dei casi di abuso sessuale su minori commessi da chierici, nella versione aggiornata del 5 giugno 2022.

 

“Cum caritate animato et iustitia ordinato, ius vivit!”

(S. Giovanni Paolo II)

  

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Emanuele Tupputi

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