È da poco andato alle stampe un testo di notevole importanza per il mondo canonistico e allo stesso tempo per il mondo di chi come Vox Canonica lavora anche attraverso il web, stiamo parlando del nuovo testo dei professori Raffaele Santoro, Paolo Palumbo e Federico Gravino, quest’ultimo membro della squadra di Vox.
Il testo, – che ha già riscosso un notevole interesse da parte della comunità scientifica – dal titolo molto eloquente: “Diritto Canonico Digitale” edito da Editoriale Scientifica (pp. 462) “si propone di analizzare i riflessi delle tecnologie digitali, nelle loro molteplici articolazioni ed espressioni, sull’ordinamento giuridico della Chiesa cattolica, attraversando tutti i Libri che compongono il CIC, quale sforzo di “tradurre in linguaggio canonistico” la rivoluzione digitale che, ormai, incide in modo radicale sulla concezione dello spazio e del tempo, nonché sul modo di vivere attività e relazioni in ogni ambito della vita sociale ed ecclesiale”. Questo è ciò che si può leggere nel retro copertina del testo, che rimandiamo ad ognuno di voi per l’approfondimento e la lettura.
Quest’oggi Vox ha intervistato due dei tre autori della monografia, il prof. Palumbo e il prof. Santoro che ringraziamo per la disponibilità e per la passione che mettono nella ricerca e nell’insegnamento.
Prof. Palumbo, quali sono a suo avviso le priorità per la ricerca nel campo del diritto canonico?
Il diritto canonico, nella sua ininterrotta e secolare evoluzione, costituisce ancora oggi una scienza viva ed attuale, nonché necessaria per la vita della Chiesa cattolica, rispondendo all’esigenza di orientare l’azione quotidiana del Popolo di Dio, in tutte le sue molteplici componenti ecclesiali, verso il fine supremo della salus animarum. In questa dinamica, l’interesse nel campo della ricerca, oltre gli istituti c.d. “classici” (enti, beni e matrimonio), si estende ad una serie sempre più ampia di problematiche che coinvolgono direttamente il mondo del diritto e, dunque, il canonista.
Si tratta spesso di ambiti del sapere giuridico già interessati dagli interventi del legislatore universale ma che oggi assumono un rilievo primario alla luce del nuovo contesto sociale nel quale si inserisca l’azione pastorale della Chiesa. Penso, ad esempio, alla tutela dei soggetti vulnerabili, oppure la gestione trasparente del patrimonio ecclesiastico, non meno che le la traduzione normativa e la regolamentazione delle forme e degli organismi della sinodalità. Tra i nuovi ambiti, un ruolo di evidente attualità è, poi, sicuramente assunto dal rapporto tra diritto canonico e mondo digitale. La questione non è più se confrontarsi o meno con il mondo digitale, ma come farlo.
Prof. Santoro, come nasce l’idea di scrivere proprio un volume dedicato a questo rapporto tra diritto canonico e digitale?
L’idea di realizzare questa nuova pubblicazione nasce da un dato di fatto che si sostanzia nell’interesse della Chiesa cattolica per il mondo digitale. Ciò rappresenta un aspetto peculiare della missione per la diffusione del messaggio del Vangelo nonché dell’attenzione riservata, con sempre maggiore convinzione e consapevolezza nel tempo, ai mezzi di comunicazione sociale, secondo percorsi di sviluppo che sono andati di pari passo con l’inarrestabile espansione dell’innovazione tecnologica, che ha determinato – e ancora determina – profondi mutamenti nella vita dell’uomo. Tale rivoluzione ha coinvolto quasi tutti gli ambiti sociali, incidendo anche sulla dimensione religiosa e sui diritti confessionali e in particolare sul diritto canonico in ragione del contributo che l’utilizzo degli strumenti e delle tecnologie digitali possono fornire ad una disciplina e ad un esercizio più efficaci delle funzioni e attività ecclesiali, non meno che ad un incremento di autorevolezza della disciplina e della realtà ecclesiale.
Il digitale ha determinato un cambiamento d’epoca – accelerato dalla pandemia – per il modo in cui oggi viene concepita la realtà, ci si relaziona con se stessi, con gli altri, con l’ambiente circostante e anche con Dio. L’esistenza umana tende oggi a trasferire nella dimensione del digitale un numero sempre maggiore di attività e la Chiesa cattolica, quale «esperta in umanità» e attenta ai «segni dei tempi», è ormai uscita da una visione “emergenziale” del digitale per assumere, sempre più, stili, atteggiamenti e soluzioni pro-attive nei confronti di questa “realtà” in cui tutti i fedeli sono immersi e che contribuisce anche a costruire l’identità religiosa.
Anche in ambito ecclesiale, il digitale, quale traccia della nostra “ulteriorità” (Francesco), «non è tanto un’area distinta della missione, quantouna dimensione cruciale della testimonianza della Chiesa nella cultura contemporanea» (Sinodo dei Vescovi, Relatio finalis 2023) e tale ambiente nel quale il fedele si trova, si forma, si definisce, ha certamente bisogno, nella riflessione che si propone nel volume, di un ordinamento giuridico che, continuando a far riferimento all’essenza ed alla natura della Chiesa, intesa in senso comunionale, possa essere ripensato, revisionato e/o interpretato per e nell’ambiente digitale. La pubblicazione rientra anche nelle attività di un progetto di ricerca dedicato al rapporto tra religioni e mondo digitale finanziato dall’istituto di Studi Politici San Pio V di Roma sotto il coordinamento scientifico del Prof. Antonio Fuccillo.
Prof. Palumbo, il testo stupisce molto per il titolo, esiste davvero un diritto canonico digitale? Ci spieghi meglio questo concetto
Il “diritto canonico digitale” non può esistere se ci si riferisce esclusivamente alla classica ripartizione degli ambiti disciplinari. Se però l’analisi si svincola da un approccio sistematico per approdare in modo dinamico alla individuazione dei canoni presenti nei sette Libri che compongono il Codex la cui applicazione può essere condizionata dal mondo digitale e dal modo in cui i fedeli abitano questo mondo e sviluppano relazioni in esso è evidente che il diritto canonico digitale esiste ed assume una natura trasversale. Superare la dislocazione normativa e giuridica tra cattolicesimo e digitale, disciplinando le relazioni possibili ad intra e ad extra della Chiesa cattolica nel tempo dell’infosfera, è la sfida del diritto canonico digitale.
Proprio per questo motivo, il Volume, pur senza pretese di esaustività, si propone di analizzare una serie di riflessi delle tecnologie digitali, nelle loro molteplici articolazioni, sull’ordinamento giuridico della Chiesa cattolica ripercorrendo tutti i Libri nei quali si compone il Codex Juris Canonici. Nello specifico, al suo interno, dopo aver tratteggiato i lineamenti evolutivi del diritto canonico nell’era digitale, vengono analizzati una serie di ambiti fortemente condizionati dalle nuove tecnologie, tra i quali il rapporto tra intelligenza artificiale e algoretica, la pubblicazione digitale delle leggi ecclesiastiche, la privacy religiosa nel web, la funzione di insegnare nel continente digitale, la funzione di santificare on line, le criptovalute tra etica economica cattolica e diritto vaticano, il diritto penale e la tutela dei minori nel continente digitale, matrimonio canonico e processo di nullità nell’età digitale.
A corredo della riflessione non mancano, in alcuni casi, incursioni nel diritto vaticano al fine di tracciare ulteriori profili di interesse dell’indagine. In questo sensoil volume si auspica possa contribuire alla riflessione in corso per un diritto canonico più pastorale e missionario ed a far avvertire il diritto canonico come sempre più vicino alla vita dei fedeli evitando che la riflessione canonistica, rivolgersi solo ad un mondo e ad una umanità “analogici”, tradisca il suo essere a servizio dell’uomo e finalmente indirizzato al traguardo della sua salvezza eterna che attraversa, oggi, strade, autostrade e reti digitali.
Prof. Santoro, ci parli un po’ della sua esperienza di docente e studioso nel mondo che è interessato da quella che Lei chiama “rivoluzione digitale”
L’attività di docenza e la ricerca scientifica nell’ambito del diritto canonico sono da sempre ancorate ad un approccio dinamico poiché la Chiesa cattolica, nel suo millenario peregrinare, ha sviluppato la propria missione nel mondo in una costante tensione tra innovazione e tradizione. Anche il diritto canonico si immerge pienamente in questa dinamica e, nel suo necessario adeguamento alla realtà, si proietta oggi a promuovere la salus animarum anche oltre le frontiere del continente digitale, in ragione del contributo che l’utilizzo delle moderne tecnologie.
In questo contesto, il diritto canonico tende ad essere oggi più che mai scienza viva ed attuale e l’immergersi ed il confrontarsi con la realtà digitale permette non solo anche agli studenti di sentire più “affine” ai loro interessi la disciplina ma anche alla stessa di avere nuove e preziose occasioni di “dialogo e confronto” con gli altri saperi e le altre discipline giuridiche tutte impegnate oggi in una riflessione approfondita sulle implicazioni del digitale nel diritto. Ne consegue, anche nel contatto con il mondo digitale, la rinnovata importanza del diritto canonico nella formazione del giurista contemporaneo anche per la sua dimensione creativa di quella che Paolo Grossi definiva una vera e propria «mentalità giuridica» in grado di proiettarsi oltre i confini della mera appartenenza confessionale.
“Cum caritate animato et iustitia ordinato, ius vivit”
(San Giovanni Paolo II)
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