Il Prof. Licastro pubblica un nuovo manuale: Corso di Diritto Ecclesiastico

Corso di diritto ecclesiastico, il nuovo manuale pubblicato dal prof. Licastro

È stato dato alla stampa qualche mese fa, uno dei manuali più recenti di diritto ecclesiastico, scritto peraltro da uno degli ecclesiasticisti più rinomati e preparati in materia: stiamo parlando del prof. Angelo Licastro, professore ordinario di diritto ecclesiastico presso il Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università degli Studi di Messina.

Il prof. Licastro è autore di oltre centodieci lavori scientifici, fra cui si segnalano le monografie su «Contributo allo studio della giustizia interna alle Confessioni religiose» (Giuffrè, 1995), «Problemi e prospettive del diritto ecclesiastico internazionale dopo la legge n. 218 del 1995» (Giuffrè, 1997), «I ministri di culto nell’ordinamento giuridico italiano» (Giuffrè, 2005), «Unione europea e “status” delle confessioni religiose. Tra tutela dei diritti umani fondamentali e salvaguardia delle identità nazionali» (Giuffrè, 2014), su «Il diritto statale delle religioni nei paesi dell’Unione europea. Lineamenti di comparazione» (Giuffrè, 2012 prima edizione; 2017 seconda edizione) e su «La previdenza dei ministri di culto a cinquant’anni dalla legge 22 dicembre 1973, n. 903» (Messina University Press, 2023).

Il testo

Il testo, che presentiamo oggi, dal titolo “Corso di diritto ecclesiastico”, è un valido ausilio per lo studio e l’approfondimento del diritto ecclesiastico. Il manuale (285 pagine, suddivise in 10 capitoli) è stato pubblicato dalla casa editrice Giuffrè Francis Lefebvre, ed ha già riscosso un grandissimo interesse da parte della comunità accademica, sia per le tematiche affrontate che toccano dei temi – se così possiamo definirli – caldi e attuali, sia perché è riuscito ad esporre con semplice dialettica argomenti che per loro natura sono di difficile esposizione didattica, come ad esempio quelli legati allo sviluppo della tutela nella dimensione ultranazionale della libertà religiosa.

Per conoscere meglio il testo, ma soprattutto il suo autore, abbiamo posto al porf. Licastro, che ringraziamo, alcune domande:

Professore, quali sono a suo avviso le priorità per la ricerca nel campo del diritto ecclesiastico e canonico?

La mia personale esperienza di ricerca si è sviluppata in ambito ecclesiasticistico, quindi risponderò solo alla prima parte della domanda.

Io penso che si debba saper coniugare bene tradizione e innovazione, sforzandosi di non disperdere il patrimonio di studi e di ricerche consegnatoci dai grandi Maestri della disciplina e, al tempo stesso, su queste basi, impegnandosi a promuovere ricerche approfondite su alcune tematiche scaturenti dai nuovi nessi che oggi si vanno individuando tra il diritto e l’esperienza religiosa.

È innegabile che, in questo senso, un grande impulso innovatore è venuto dalle questioni sollevate dalle rivendicazioni identitarie di chi è portatore di culture e religioni diverse da quelle radicate nella nostra tradizione. Basti pensare al tema del nuovo diritto antidiscriminatorio di matrice europea, ricco di potenziali sviluppi, sia con riguardo al fattore di rischio della religione, sia con riguardo all’incidenza che su altri fattori di rischio (ad es. l’orientamento sessuale) possono avere le facoltà scaturenti dal diritto di libertà religiosa. Resta tuttavia essenziale, a mio avviso, rimanere ancorati alla dimensione strettamente giuridica, senza sconfinamenti in aree di conoscenza estranee alla nostra tradizione e alle nostre competenze.

Cosa consiglierebbe a un giovane che vuole iniziare lo studio del diritto ecclesiastico e canonico?

Gli farei notare che si tratta di discipline che hanno un grande valore formativo, in quanto capaci di stimolare l’approccio interdisciplinare allo studio degli istituti giuridici e la stessa riflessione critica individuale. È comunque essenziale intraprendere lo studio di queste discipline solo dopo avere acquisito alcune conoscenze di base fornite da altri insegnamenti (ad es. il diritto costituzionale).

Il suo testo di recente pubblicazione si apre a diversi dibattiti quali la laicità dello Stato, la tutela nella dimensione ultranazionale della libertà religiosa, potrebbe descriverci la sua nuova pubblicazione?

Il testo non si discosta molto dalle coordinate della manualistica più tradizionale. Tuttavia, ho deliberatamente scelto di privilegiare l’esame di alcuni temi classici della disciplina aventi un taglio più spiccatamente giuridico, convinto che siano di basilare importanza per la formazione degli esperti di domani in scienze giuridiche.

Ho così reputato imprescindibile presentare in forma sistematica le questioni riguardanti le fonti del diritto ecclesiastico, facendo tesoro degli insegnamenti della Scuola messinese in cui mi sono formato. Quali principi di sistema del nostro diritto ecclesiastico ho isolato il principio di laicità e quello di collaborazione. La distinzione degli ordini, la libertà di coscienza e di religione, il divieto di discriminazione e la neutralità della sfera pubblica sono presentati come elementi costitutivi della laicità, cercando di mettere in luce come un diverso “dosaggio” di questi elementi possa influire sulla concreta declinazione dell’idea stessa di laicità.

All’esame dei principali profili del diritto ecclesiastico di rilevanza internazionale è dedicato il capitolo finale, anche per consentire allo studente di cogliere, in tutta la sua carica di problematicità, l’impatto della dimensione ultranazionale sugli assetti interni della disciplina.

Ci parli un po’ della sua esperienza di docente e studioso

In genere gli studenti si dispongono molto favorevolmente e con grande interesse allo studio del diritto ecclesiastico, soprattutto nell’affrontare i temi della libertà religiosa, della laicità, della presenza delle religioni nella sfera pubblica. Grande interesse suscitano le tematiche del finanziamento pubblico delle confessioni e dell’insegnamento della religione nelle scuole pubbliche, probabilmente in ragione dell’essere essi dotati dell’attitudine di fornire una chiave di lettura molto concreta della idea di laicità dello Stato italiano.

Quanto alla mia esperienza di studioso, posso solo dire di avere avuto la fortuna di potere studiare questioni, legate alla libertà di coscienza e di religione e al divieto di discriminazione, che sono sicuramente da collocare tra i valori di base della civile convivenza.

 

 

Cum caritate animato et iustitia ordinato, ius vivit

(San Giovanni Paolo II)

 

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Rosario Vitale

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