Un testo che spiega i rapporti tra Santa Sede e Cina
Nell’ampio e diversificato scenario dei rapporti internazionali intessuti nel corso del tempo dalla Santa Sede con le realtà statali internazionali, senza dubbio spicca, tanto per complessità quanto per i recenti risvolti, lo sviluppo del dialogo diplomatico con la Cina.
Ed è proprio questo l’oggetto dell’intensa attività di studio e di ricerca compiuta dall’Autore, che ha trovato piena e completa sistematizzazione nella recente pubblicazione edita da Edizioni Nuova Cultura.
Il testo
L’opera, nella sua organica struttura, presenta una articolazione bipartita, che ripercorre una precisa scansione temporale, attraverso la quale il lettore è sapientemente guidato verso una migliore comprensione della complessa vicenda storica, sociale e culturale affrontata.
Sebbene infatti, le alterne vicende dei rapporti diplomatici tra la Santa Sede e la Repubblica popolare cinese affondino le proprie radici in un contesto storico e politico ancor più risalente nel tempo – che pure è preso in considerazione – l’Autore ha circoscritto la propria esposizione all’interno di una precisa parentesi storica, quella dell’età moderna e contemporanea, così da arrivare ai più recenti risvolti – in itinere – avutisi durante il pontificato di Francesco.
Prima parte
Nella prima parte della monografia – articolata in cinque capitoli – l’Autore ripercorre le vicende storiche alternatesi nel corso del Novecento, con una dettagliata analisi delle politiche diplomatiche caratterizzanti i pontificati da Pio IX sino a Paolo VI. Non manca, inoltre, di esporre sistematicamente i rilievi e le note critiche, scandagliando ogni questione non soltanto da un punto di vista storico, ma anche della dottrina occidentale e cinese, oltre che personale.
A mero titolo esemplificativo, dopo l’accurata esposizione di quanto avvenuto sotto Papa Benedetto XV, non sono tralasciati approfondimenti sui massimi esponenti della diplomazia di quegli anni. Tra questi, senz’altro il primo delegato apostolico, mons. Celso Costantini, che coadiuvò il Santo Padre Pio XI nell’attuazione di quella che viene definita come la “diplomazia del concordato”, per poi proseguire con il suo successore, mons. Mario Zanin.
Nella scansione temporale seguita nella linea espositiva, l’Autore prosegue indagando sul problematico periodo del cd. “Stato fantoccio” di Manciukuo e della costituzione della gerarchia ufficiale ecclesiastica in Cina, quale prodotto della promulgazione della Costituzione Apostolica Quotidie Nos del Santo Padre Pio XII dell’11 aprile 1946; la Cina acquisisce in tale momento storico la sua articolazione diocesana, a fronte della presenza, sino a quel momento, di 100 vicariati apostolici.
Il capitolo conclusivo della prima parte dell’opera affronta il periodo storico del Concilio Vaticano II, indagando non solo sul pontificato di Giovanni XXIII, ma anche di Paolo VI, caratterizzato da un rinnovato dialogo tra la Chiesa e Pechino.
Seconda parte
La seconda sezione del lavoro affronta, poi, la tematica dei rapporti tra Cina e Santa Sede, con attenzione particolare al periodo storico contemporaneo. Ciò a partire dai Pontificati di Giovanni Paolo II e Benedetto XVI che hanno aperto la strada a un sempre crescente dialogo che, attualmente, vive di importanti spinte propulsive con Papa Francesco.
A conclusione dell’opera, i risultati del confronto tra l’autore e i più significativi esponenti della dottrina contemporanea occidentale e cinese. La monografia ha, infatti, senz’altro il pregio di coniugare l’esposizione organica e sistematica degli eventi storici succedutisi nell’arco temporale analizzato, con una analitica interpretazione degli stessi; ciò prendendo in considerazione plurimi punti di vista e facendo costantemente dialogare le culture occidentale e cinese.
Risponde l’Autore
Vox Canonica ringrazia l’Autore per la sua disponibilità all’intervista che qui di seguito si riporta:
Davanti agli innumerevoli spunti di studio che il ricco patrimonio storico e culturale della Cina propone, cosa inizialmente l’ha spinta a trattare dei rapporti con la Santa Sede?
Io sono un cattolico e un Cinese. Questa identità mi ha spinto a studiare i rapporti tra la Cina e la Santa Sede. La combinazione di fede, politica e cultura in questo contesto specifico ha offerto una prospettiva affascinante e poco esplorata, che ho ritenuto essenziale per comprendere meglio sia la storia della Cina che quella della Chiesa Cattolica.
Quanto la permanenza a Roma durante i suoi studi ha contribuito ai risultati del suo lavoro di ricerca?
Dal 2018 al 2022 la mia permanenza a Roma durante i miei studi è stata fondamentale per la mia ricerca. Essere fisicamente vicino al Vaticano mi ha permesso di accedere a risorse preziose, come archivi e biblioteche, e di interagire con esperti e studiosi come professore Agostino Giovagnoli in questo campo. Inoltre, vivere e studiare a Roma mi ha offerto una prospettiva più profonda e personale sulla Chiesa e sulla sua storia.
Crede che, nonostante le difficoltà relazionali registratesi nei secoli, la presenza della Chiesa abbia in qualche misura influito sulla formazione dell’attuale cultura sociale cinese?
Credo che la presenza della Chiesa abbia avuto un impatto sulla cultura e sulla società cinese come Matteo Ricci, Ma Xiangbo, Celso Costantini e altri personaggi importanti. Nonostante le tensioni e le difficoltà, la Chiesa ha introdotto nuovi concetti, valori e pratiche che hanno influenzato alcuni aspetti della società cinese. Anche se l’influenza non è stata dominante o pervasiva, ha lasciato un segno indelebile in certi settori della cultura e della storia cinese.
In diversi passaggi del suo testo mette a confronto le prospettive degli studiosi Occidentali e Cinesi. Quanto il dialogo sul piano dottrinale può influenzare concretamente lo sviluppo dei rapporti tra Cina e Santa Sede?
Il confronto tra le prospettive degli studiosi occidentali e cinesi è essenziale per una comprensione completa della relazione tra Cina e Santa Sede. Il dialogo dottrinale può avere un impatto significativo su questa relazione. Se entrambe le parti possono trovare un terreno comune a livello dottrinale, ciò potrebbe facilitare una maggiore comprensione e cooperazione in altri settori, come la diplomazia e la cultura. La chiave è l’apertura al dialogo e la volontà di ascoltare e apprendere da entrambe le parti.
“Cum caritate animato et iustitia ordinato, ius vivit!”
(S. Giovanni Paolo II)
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