L’indagine pregiudiziale o pastorale
Dall’8 dicembre 2015, con l’entrata in vigore della riforma del processo canonico per le cause di nullità matrimoniale con il motu proprio Mitis Iudex Dominus Iesus (MIDI), tutta la Chiesa è stata chiamata a riflettere sulla peculiarità del ministero giudiziale in essa esercitato ed in modo particolare sull’importanza di una pastorale giudiziale capace di farsi vicina alle famiglie in situazioni imperfette partendo dalla valorizzazione degli elementi positivi per poi aiutarle ad integrarsi nella comunità cristiana, che a sua volta è esortata a perfezionarsi nell’arte dell’accompagnamento e del discernimento pastorale.
La novità della riforma di papa Francesco
Tra le novità della riforma vi è un istituto canonico denominato “Indagine pregiudiziale o pastorale”, da intendersi come un servizio di consulenza giuridico-pastorale che vede il coinvolgimento di diversi soggetti i quali, a vari livelli (Vescovo, sacerdoti, operatori pastorali e della giustizia), si pongono a disposizione delle diverse fragilità matrimoniali in modo particolare quei fedeli che vivono una crisi matrimoniale o desiderano fare chiarezza sulla validità o meno del loro matrimonio.
Separati e divorziati: un’esperienza diocesana
Questo servizio ecclesiale, che costituisce un autentico luogo di diaconia a disposizione del Popolo di Dio e di consulenza professionale, pastorale e giuridica, è presente nell’Arcidiocesi di Trani-Barletta-Bisceglie dal 2016 come Servizio diocesano per l’accoglienza dei fedeli separati (SDAFS) ed è sorto nell’ambito del Tribunale ecclesiastico diocesano, che collabora con la Pastorale familiare diocesana col fine di svolgere un servizio d’informazione, di consiglio e di mediazione verso quei fedeli che si trovano a vivere una crisi matrimoniale o il cui matrimonio è fallito. Un servizio ecclesiale, insomma, capace di farsi vicino alle famiglie in situazioni di un amore smarrito partendo dalla valorizzazione degli elementi positivi per poi aiutarle ad integrarsi nella comunità cristiana, che a sua volta è esortata a perfezionarsi nell’arte dell’accompagnamento e del discernimento pastorale.
Il servizio diocesano, dunque, in ottemperanza agli articolo 1-5 delle Regole Procedurali del MIDI e di AL 244 si pone come un servizio-ponte tra la pastorale dell’accompagnamento delle situazioni coniugali difficili e l’operato dei tribunali ecclesiastici. In tal senso costituisce un luogo di ascolto specializzato al fine di compiere un orientamento di carattere pastorale, morale e canonico ed essere un concreto ponte tra la pastorale diocesana e quella giudiziaria.
Il Regolamento: il senso di uno strumento duttile per il bene dei fedeli
Al fine di consolidare e coordinare meglio tale servizio nell’Arcidiocesi di Trani-Barletta-Bisceglie in data 13 maggio 2023 è stato promulgato con decreto arcivescovile il Regolamento del SDAFS. Il testo agile e molto chiaro punta a far comprendere meglio una delle novità voluta da papa Francesco ed espressa nel MIDI pubblicato nel 2015 ossia: l’indagine pregiudiziale o pastorale, da intendersi come un ufficio ecclesiale e l’espressione concreta della cura pastorale che un Vescovo è tenuto ad avere verso quei coniugi separati o divorziati.
Il testo normativo elaborato è un unicum nel panorama nazionale italiano ed è il frutto di un servizio che ormai da 7 anni manifesta la sollecitudine pastorale dell’Arcivescovo e dell’intera Comunità cristiana, alla luce del più recente Magistero pontificio volto a favorire un clima di accoglienza nei confronti di ogni fedele, qualsiasi sia la sua condizione personale e, specificatamente, matrimoniale. La preziosità del testo è data dal fatto che viene offerto alla chiesa diocesana e non solo ad essa una maggiore chiarezza sulla natura e la finalità, gli ambiti di intervento e le competenze da aversi in questo prezioso e delicato servizio giuridico-pastorale, fortemente auspicato da papa Francesco, in cui organicità, professionalità, interdisciplinarità, spirito di corresponsabilità e collaborazione tra pastorale e diritto si dispongono con grande dedizione per il bene di quei fedeli che si trovano a vivere difficili e dolorose esperienze matrimoniali e desiderano in coscienza fare luce sulla propria situazione matrimoniale ed essere pienamente inseriti nel tessuto ecclesiale.
Per concludere
Il Regolamento ha il pregio di rimettere al centro dell’attenzione ecclesiale la necessità del processo volto alla dichiarazione della nullità in tutti quei casi in cui vi sia stato un fallimento matrimoniale, quale momento di discernimento che non è alternativo o parallelo ad un discorso pastorale, secondo il Magistero di Papa Francesco proposto anche nell’Amoris Laetitia.
Per leggere il Regolamento del SDAFS cliccare QUI
“Cum caritate animato et iustitia ordinato, ius vivit!”
(S. Giovanni Paolo II)
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