Sacrosanctum Concilium, tra norme e liturgia nel I documento del Concilio Vaticano II, 3° parte

musica sacra

Con questo articolo chiudiamo la nostra riflessione sul primo documento conciliare, che si differenzia dagli altri documenti del Concilio per il suo animo prevalentemente disciplinare – a differenza della Dei Verbum certamente più dogmatica o dalla Gaudium et Spes nettamente di carattere pastorale. 

I padri conciliari, ripensando la liturgia come «opera di Cristo sacerdote e del suo Corpo che è la Chiesa» [1], pongono questo importante documento come pietra fondante nell’opera della Chiesa indirizzata a salvaguardare e tutelare la “sacerdotalità” della Chiesa stessa, Corpo mistico di Cristo. Nel capitolo VI della Sacrosanctum Concilium dedicato alla musica sacra, il Concilio riconosce una certa dignità al patrimonio musicale della Chiesa, un patrimonio di «inestimabile valore […] specialmente per il fatto che il canto sacro, unito alle parole, è parte necessaria ed integrante della liturgia solenne» [2].

Molti, pensano che la musica, all’interno della Liturgia occupi un ruolo di “riempimento”, “accompagnamento” o comunque secondario rispetto a ciò che avviene nella liturgia; al contrario invece, viene sottolineato il ruolo necessario (non se ne può fare a meno) e integrante (ricopre la funzione di complemento necessario) all’interno della Sacra Liturgia.

La musica sacra nel magistero papale

La definizione della Musica Sacra quale parte necessaria ed integrante della liturgia solenne, si inserisce all’interno del Magistero papale che precede ed accompagna il Concilio stesso; infatti san Pio X chiamava la musica «umile serva della liturgia» [3], Pio XI «nobilissima serva della liturgia» [4], Pio XII «quasi compagna della liturgia» [5], Paolo VI «nobile ausiliaria della liturgia e sorella della liturgia» [6]. Il magistero papale ha una presa di coscienza sempre maggiore rispetto alla dignità e al forte legame della Musica con la ritualità umana.

«Perciò – prosegue il documento – la Musica Sacra sarà tanto più santa quanto più strettamente sarà unita all’azione liturgica sia dando alla preghiera un’espressione più soave e favorendo l’unanimità, sia arricchendo di maggior solennità i riti sacri» [7].

Ulteriore “upgrade” viene conferita alla musica: da sacra a santa. Alla musica viene attribuito un più forte aggettivo che la qualifica di una speciale identità: la santità. Non più semplicemente “sacra” in contrapposizione a “profana” bensì “santa”.

Al numero 115 leggiamo: 

«Si curi molto la formazione e la pratica musicale nei seminari, nei noviziati dei religiosi e delle religiose e negli studentati, come pure negli altri istituti e scuole cattoliche. Per raggiungere questa formazione si abbia cura di preparare i maestri destinati all’insegnamento della musica sacra. Si raccomanda, inoltre, dove è possibile, l’erezione di istituti superiori di musica sacra. Ai musicisti, ai cantori e in primo luogo ai fanciulli si dia anche una vera formazione liturgica». 

Come è avvenuto nei secoli passati e si è smesso di fare proprio quando il Concilio lo ha stabilito per legge (sic!), si raccomanda la cura della formazione e la pratica musicale all’interno delle case di formazione sia dei chierici, sia dei religiosi, sia dei laici. Non delle semplici lezioni di “infarinatura”, ma una vera educazione!

In conclusione

Il VI capitolo della Sacrosanctum Concilium esalta una nuova concezione legata al carattere simbolico-funzionale della musica liturgica: all’interno della preparazione della celebrazione liturgica bisogna tener conto della funzione (necessaria e integrante) e della specificità (santa) della Musica Sacra all’interno dell’azione liturgica.

Note

[1] Concilio Vaticano II, Sacrosanctum Concilium, n 7.

[2] Concilio Vaticano II, Sacrosanctum Concilium, n 112.

[3] Pio X, Motu proprio Tra le sollecitudini, 1903, n 23.

[4] Pio XI, Costituzione apostolica Divini Cultus, 1928, n 35.

[5] Pio XII, Lettera enciclica Musicae sacrae, 1955, n 12.

[6] Paolo VI, Discorso alle Commissioni diocesane di Liturgia e Arte sacra, 4 gennaio 1967.

[7] Concilio Vaticano II, Sacrosanctum Concilium, n 112.

[8] Concilio Vaticano II, Sacrosanctum Concilium, n 115.

 

“Cum caritate animato et iustitia ordinato, ius vivit!”

(S. Giovanni Paolo II)

 

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Gianluca Pitzolu

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